lunedì 11 febbraio 2013

Testarsi non è facile come sembra

Oggi c'è stato molto fermento nella comunità poli, a seguito dell' intervista delle Iene su tre ragazzi poliamorosi. Non parlerò di questo, perché devo ancora riordinare le idee al riguardo, e preferisco aspettare che il tutto si sedimenti. rimanderò ad altro post futuro.

Oggio voglio approfondire la questione del sesso sicuro e delle malattie veneree.
O più precisamente, voglio parlare di come la società ci ostacola quando cerchiamo di fare sesso più sicuro.
Saltiamo le ovvietà sul Papa (che oggi finalmente ha dichiarato di volersi dimettere) che ci dice che il preservativo è il Male, e passiamo subito al corso avanzato di "come farsi testare e vivere felici".


Recentemente, io e alcuni miei partner siamo andati a farci la consueta batteria periodica di esami del sangue per le malattie veneree.
Io e Moreno ci testiamo regolarmente ogni sei mesi, e crediamo sia un dovere morale per qualsiasi persona abbia una vita sessuale attiva.

Luca preferisce andare sullo strasicuro, testandosi ogni 3 mesi, e leu, essendo stato single per diverso tempo, era da un po' che non lo faceva.
I risultati sono stati tutti negativi come da aspettative, dato che tutti e 4 finora abbiamo sempre usato il preservativo.Dico finora, perché già da un po', come precedentemente accennato, si sta parlando di fluid-bonding.

Purtroppo attorno a questo argomento ci sono anche diverse problematiche. 

Problematiche, a quanto pare, comuni a tutte le realtà poliamorose e sex-positive, perfino alle realtà di oltreoceano. A tal proposito, consiglio questo articolo su lovemore.com, intitolato "The shame game".

The shame game, in italiano "il gioco della vergogna" , è quello che il perosnale medico cerca di mettere in atto ogni volta che chiedi aiuto per testarti su una batteria un po' più completa di malattie.
La prima cosa che ti mette a disagio sono le domande insistenti: "ma perché lei pensa di poter avere la clamidia? Ha avuto comportamenti a rischio?
La dicitura "comportamenti a rischio", per il medico di base bigotto di provincia, sono i "rapporti extraconiugali". 

A volte neanche si preoccupano che tu possa usare o meno il preservativo. 
Ma in generale, se capiscono che hai una vita sessuale più attiva di quello che ritengono "normale", cercano il modo di fartene vergognare, preoccupare, pentire ed infine redimere andandotene in convento per il resto della vita.

Esiste addirittura un certo grado di terrorismo psicologico, e in generale molta, molta disinformazione, proprio all' interno di certi consultori in cui ci si reca per chiarirsi le idee. 

Io e Moreno siamo andati a chiedere, una volta, in un consultorio in cui il medico (non l' infermiera, non lo spazzino che passava di lì, il medico) che ci ha parlato ci ha detto che l' HIV è trasmissibile perfino con i morsi (cosa smentita invece da altri medici che ho consultato), e che il veneto è la regione con più alta percentuale di sifilitici in Italia, (senza mostrarci nessun dato statistico e senza minimamente accennare al fatto che oggi la sifilide è curabile con dei cicli di antibiotici. Ho dovuto googlarlo, per scoprirlo).
Insomma, di regione in regione, questi non sono manco in grado di mettersi d' accordo su cosa dire al paziente, e passano dal terrorismo psicologico di cui sopra alla noncuranza e sufficienza più totali. Situazioni da barzelletta.

Dirottamenti:

Ad esempio, quando vado dal medico di base a richiedere, testuali parole: "la batteria di esami sulle malattie veneree più completa possibile, comprensiva di gonorrea, clamidya e sifilide", lui mi stampa sospirando un foglietto pieno di codicini numerici, e quando vado chiedere a mia madre, che è infermiera, di tradurmeli, lei mi dice "allora, qui a parte HIV ed epatiti non c'è niente, solo degli esami per vedere il livello di alcun anticorpi, che serve a capire se hai infezioni in corso".
Più tardi, NON da medici qualificati, ma da mio fratello, che una volta l' ha fatto per sé stesso, scopro che per testarsi contro la chlamidya è necessario un esame con tampone uretrale, che verrà poi messo in una sorta di "incubatrice" per vedere se si sviluppa una coltura della malattia.
Altri mi dicono che invece basta un semplice esame delle urine. Io non ci capisco più un cazzo.
Insomma, io ancora adesso non so come posso fare a testarmi contro la clamidia, una malattia sessuale certamente non letale come l' aids, ci mancherebbe, ma che può avere effetti davvero brutti, come la sterilità, 
poliabortività o gravidanza ectopica (no, non c'entra niente l' ectoplasma dei ghostbusters, è una roba orribile!) .

La chlamidya, come altre malattie, può essere asintomatica,
vale a dire che non sai di averla e puoi essere portatore sano
dai tempi del liceo, se non ti sei mai testato e non hai mai avuto pruriti strani.
Endometriosi:
E quando io, bella bella, mi reco all' ennesima associazione italiana che fa test gratuiti e anonimi, dicendo loro che per sentirmi più tranquilla vorrei anche testarmi contro clamidia e gonorrea, per fugare il timore di essere portatrice sana, loro cosa mi dicono?


"Ma signorina, lei ha l' endometriosi, no?"

"Sì, ma che c'entra? cioè, lo so che probabilmente sono già sterile, ma è per non contagiare chi amo con cose strane..."
"Senta, se va già regolarmente dal ginecologo per farsi guardare l' endometriosi, lui saprà sicuramente se c'è qualcosa che non va, lì sotto. quindi non è necessario farle altri test."
"....."

E questo è l' atteggiamento dei medici.
Cosa è successo? Ci sono stati dei nuovi tagli ai fondi per la sanità? Ora gli esami e le colture dei tamponi li devono pagare i medici di tasca loro?? Perché c'è questa noncuranza, questa tendenza a lasciar perdere, a voltarsi dall' altra parte? Perché Improvvisamente tutti hanno il terrore di farmi fare delle cazzo di analisi?
Se prima mi lamentavo di chi mi crede malata immaginaria perché ho l' endometriosi, ora mi trovo nella situazione opposta: ho l'endometriosi, e quindi di queste cose se ne dovrà occupare il mio ginecologo, che sicuramente coi suoi sensi di ragno percepirà, guardandomi, la presenza nel mio corpo del batterio della clamidia.
In fondo, se ho l' endometriosi, significa che vedo il mio ginecologo più spesso del mio fidanzato e che ormai mi conoscerà come le sue tasche, no?
Sbagliato! Perché, dato che la sanità italiana è quella che è ( e ancora grazie che c'è), ogni volta, ogni volta che chiedo appuntamento dal ginecologo, anche quando specifico il nome e il cognome del dottore che mi segue e dichiaro che pur di vedere lui sono disposta ad aspettare 6 mesi, mi ritrovo puntualmente nella sala di attesa di un totale sconosciuto, che ha prontamente sostituito il cartello del mio ginecologo con un foglietto scritto a mano con un giotto turbocolor. 

Giuro!
Quindi, come in una parodia kafkiana sulla sanità italiana, che già da sola è la parodia di sé stessa, vengo fatta rimbalzare da un ambulatorio all' altro, da un dottore all' altro (tutti ovviamente vecchi e brutti, mai uno figo o simpatico, o almeno una donna!) e sono di nuovo da capo.
Mi sento la Fantozzi delle malattie veneree.

Mononormatività:
E' questa altro grosso ostacolo, quando si vuole avere a che fare con del personale medico serio, obiettivo e professionale, discreto (non italiano, insomma).
La prima cosa che i medici e gli infermieri si sentono in dovere di dire, è che il tuo atteggiamento è "immorale" e mette a rischio altre vite. Giusto, sai, per assicurarsi che tu non venga mai più a farti testare, immagino, perché è proprio questo che ottengono, invece di ottenere che la gente smetta di trombare in giro.

C'è un' ignoranza di fondo, che fa credere due cose estremamente erronee alla maggior parte delle persone:

1) In una relazione monogama si è più al sicuro da malattie veneree perché siamo solo noi.
Questo non è vero, per due ragioni: ci sono malattie trasmissibili anche tramite il sesso, ma non solo. Quindi anche un partner fedele potrebbe attaccartele.
La seconda ragione, è che spesso nelle relazioni monogame, si tradisce senza dirlo al partner, magari in condizioni in cui non è possibile usare il preservativo.
Ad esempio: "una sera facciamo festa con gli amici e alziamo un po' troppo il gomito, e la mattina dopo mi sveglio al fianco di una perfetta sconosciuta, entrambi nudi. Ero ubriaco, non ricordo come sono finito a letto con questa ragazza né se abbiamo fatto sesso, ed è altamente improbabile che uno di noi fosse in grado di tirare fuori un preservativo, in quello stato.
Come posso sapere se mi ha attaccato qualcosa? come posso avvisare la mia partner dell' accaduto senza perderla?"
(Sono così felice di non dovermi più preoccupare di questi problemi). 

E poi l' altro luogo comune, in cui perfino mia madre e mio fratello sono cascati:
2) Se si usa sempre il preservativo, non ci saranno mai problemi di contagio. E' un falso mito, perché molte malattie possono essere trasmesse con altri tipi di contatti, come il sesso orale, che ho scoperto quasi nessuno dei miei conoscenti fa con il preservativo o dental-dam, nemmeno quelli più promiscui.
Inoltre il preservativo si può rompere



E perché si dovrebbe aspettare che qualcosa vada storto, per testarsi? Non è un comportamento incredibilmente cretino ed irresponsabile?
Non si è mai sicuri al 100% di non essere contagiosi o a rischio.
Testarsi regolarmente porta solo a trovare malattie che abbiamo già contratto, quindi non salva noi dalle malattie, ma protegge un pochino di più chi amiamo, perché permette loro di tutelarsi, in caso noi venissimo trovati positivi a qualcosa.
E se tutti si testano, invece di "fidarsi" di amori e metamori, vengono tutelati meglio gli interessi di tutti.
...Ma è così difficile da capire??


Queste trappole purtroppo non si fermano alla semplice prevenzione ad uso casalingo, ma anche per quanto riguarda le politiche sulla donazione del sangue, vengono messe in atto discriminazioni che io trovo del tutto prive di senso...

(continua...)



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