martedì 8 gennaio 2013

Famiglia e Relazioni


La mia percezione dei partner è influenzata dal mio vissuto e dai modelli che ho avuto a disposizione nella mia infanzia.
Ho avuto tre modelli centrali: papà, mamma, fratello.
Quattro, se contiamo anche mia nonna.
Da quando ho lasciato casa, tendo a cozzare contro questi  stereotipi, innescando ogni volta dinamiche simili a quelle che mi hanno accompagnato nell' infanzia:


(tutti i vari modelli possono arrivarmi sia al femminile che al maschile)

Fratello: l'uomo scettico e criticone, ingegnoso e un po'  alternativo. (un esempio di partner è Moreno)
Papà: un po' immaturo e sfuggente, non prende molte cose sul serio, ma compensa con intelligenza e brillante senso dello humor. 
Mamma: intellettualoide e interessante, ha un carattere forte, che però a volte tradisce una certa ingenuità e una insicurezza di fondo quando fa la "voce grossa".
Nonna: una figura saggia, buona e tranquilla, che però non si fa rispettare e si tiene tutto dentro "per amor di pace". (un esempio di partner è Lu)


I miei modelli sono tutti un po' problematici.
Finora mi sono trovata bene solo in relazioni con il "Fratello"(Moreno) e la maggior parte delle mie relazioni fallimentari rientrano nello stereotipo del "Papà"(prendete un mio ex a caso).
A parte il caso di Lu, con la "Nonna" difficilmente riesco ad andare oltre l'amicizia, anche se alcune mie amiche di questo tipo durano da decenni.
Il modello "mamma" merita un discorso a sé: spesso instauro con persone di questo tipo un rapporto complesso, che può andare dall'ostilità reciproca dichiarata, alla relazione di amore-odio, o all' amicizia un po' conflittuale.

A volte ho con queste persone problemi simili ai modelli iniziali:

Il Fratello non sembra dare importanza alla mia ipersensibilità, 
se non a posteriori, oppure mi sento inferiore a lui.
Il Papà non si assume le responsabilità delle sue azioni o sembra dare più importanza alle aspettative del mondo esterno che non al nostro rapporto.
La Mamma si fa intortare da soggetti che disprezzo e/o instaura con me una relazione basata sul conflitto e sulla competizione.
La Nonna si lascia calpestare pur di non creare conflitti, o non dà valore a cose per me importanti per non mettersi contro ad altri. Un po' come il papà, sembra più preoccupata dell' accettazione sociale che di questioni più profonde.

Al contrario del Papà e del fratello, che spesso finiscono per ferirmi per mancanza di tatto, con Mamma e Nonna sono io che devo stare attenta a non offendere inavvertitamente, perché loro si prendono molto più sul serio di me, anche se in modi diversi: la Mamma reagisce con aggressività, mentre la Nonna si sente ferita a morte.

Quando penso alle mie relazioni attuali e le paragono al mio passato, ho la netta sensazione che siano molto più collegate di quanto io sia disposta ad ammettere, e che il mio inconscio mi induca a cercare persone simili tra loro. 

Mi sto convincendo che il mio compito sia ricucire le ferite che il guastarsi di questi modelli mi ha procurato, costruendo rapporti funzionanti con persone di queste categorie, per riempire una sorta di vuoto lasciato dalle delusioni infantili.

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