domenica 1 aprile 2012

POLINTERVISTA (segue...)

Luca, Bea & Moreno herping-derping

D: nell'affettività e nell'intimità, insorge mai competizione fra voi due uomini?

Bea: non ho molto il diritto di rispondere a questa domanda specifica e lo faranno i due "ometti", ma vorrei portare all'attenzione quella che è stata finora la mia esperienza in fatto di competizione maschile: 
Da quando ho avuto relazioni aperte, spesso sono stata il perno di relazioni a V tra 2 uomini etero e una donna. 
Essendo io l'unica cosa che collegava i due uomini, alcuni dei quali marcatamente omofobi e pieni di blocchi, ho notato che spesso mi toccava mediare tra loro, rassicurarli, far capire loro che non c'era motivo perché dovessero competere, perché io non avrei "scelto" uno solo di loro, alla fine, e dovevo anche far capire loro che, per quanto due uomini che si scambiano effusioni sia bello da vedere, soprattutto se entrambi mi piacciono, NON ERA un requisito dello stare insieme in 3. 
Questa è una dinamica molto comune principalmente tra gli uomini etero, mentre quando si hanno due uomini bisessuali, anche se non attratti l'uno dall'altro, la competizione e il disagio risultano quasi assenti, e se c'è un contrasto è molto più velato, e si riduce a una preoccupazione del partner che l'altro "non sia adeguato" o non sia "all'altezza". 
Nel caso di Luca e Moreno sono felice di notare che (forse anche perché tutta la cosa è nata prima tra loro due che con me) non solo non sentono il bisogno di competere per il titolo di partner "migliore" o "più adatto", ma anzi spesso collaborano per prendersi cura di me, e sono in grado di risolvere le loro questioni da soli, senza che io faccia da tramite.
Ciò è reso possibile dal fatto che io non sono mai stata il fulcro della loro interazione, anche se ho giocato un ruolo sicuramente importante perché ho messo loro la "pulce nell' orecchio" di provare a frequentarsi. E Questo mi rende molto felice e mi toglie un grosso peso. ^^
(spesso scherziamo sul fatto che "mi devono una ragazza", visto che io ho trovato loro un ragazzo...)



D: vi capita di litigare a tre?

Bea: finora non è mai capitato, ma io non sono una di quelle persone buoniste convinte che "se ci amiamo davvero non litighiamo". Ho vissuto da sorella minore per anni e sono consapevole del fatto che litigare è una delle forme di comunicazione primarie tra membri della stessa famiglia.
Ne ho capito il valore negli anni, e se è vero che da piccola mi chiudevo in camera per non dover affrontare mio fratello o anche solo per non ascoltare quando veniva sgridato, ora penso che una sana litigata ogni tanto serva ad "arieggiare" il rapporto.

Però preferisco chiamarle discussioni, perché appunto tra persone adulte si tende a discutere quando si è in disaccordo per giungere a un punto in comune, mentre i fratellini litigano anche violentemente e promettendosi di non parlarsi più per affermare il proprio ego,richiedendo spesso un intervento esterno dei genitori per risolvere le loro questioni. 
Spero che quando il momento arriverà, saremo abbastanza maturi da discutere da adulti anziché litigare come bambini, ma in ogni caso la cosa più bella dei litigi è che dopo si fa pace con tante coccole, oltre ad avere molta energia da sfogare in tanto sesso animalesco!


D: nel dizionario del poliamore compaiono termini come "gerarchia" e "secondario": qual'è la vostra esperienza pratica in merito?

Bea: la mia eserienza in merito è l' orticaria. No, seriamente, per quanto capisca che alcune persone debbano mettere certe etichette, o addirittura arrivare ad accordi di qualche tipo, a contratti e a veti per sentirsi al sicuro, io boh, non ne sento particolarmente l' esigenza, e soprattutto credo che le relazioni, a parte quel minimo di manutenzione di cui hanno bisogno, andrebbero lasciate crescere e prendere la forma che vogliono. 

Quando io e Daneel ci siamo messi insieme, non ci siamo mai detti frasi tipo "ti voglio come Primary" o "sei al top della mia gerarchia, baby!" . Non mi ci trovo in questi schemi, perché sono schemi. 
E sono molto, troppo simili agli schemi che molti mono si impongono ("ho tanti amici, ma l'amore è uno solo"). 
Trovo che molte di queste divisioni gerarchiche manchino di rispetto a molti partner per proteggere gli interessi di uno solo, oltre al fatto che non rendono l'idea di come io mi sento davvero verso i miei partner.
Se la mettiamo su un discorso di tipo pratico, direi che posso considerare Moreno il mio (ugh!) "primary" per il semplice fatto che è la prima persona con cui sono riuscita ad avere un vero rapporto aperto, che non mi ha mai imposto limiti al numero o tipo di altri partner che potessi avere. Mi trovo bene con lui come con nessun altro finora, e finora è la mia relazione poly attiva da più tempo. Ma appunto, "finora".
Probabilmente mi sento così con lui semplicemente perché lo conosco da più tempo, vivendo insieme a lui lo vedo tutti i giorni e abbiamo uno scambio d'affetto e di opinioni costante. 

Se un giorno un'altro mio partner dovesse raggiungere un livello tale di confidenza e comunicazione con me, non posso certo escludere a priori che potrei considerarlo allo stesso livello di Moreno, solo perché qualche intelligentone ha deciso che i rapporti poly devono per forza essere organizzati come la brutta copia dei rapporti mono. 
E allora che cosa avrei, due primary? Non ha molto senso. 
Io cerco di non dire che moreno è il mio primary, perché questo implica che ce ne possa essere solo uno per volta, e io non mi riconosco in questo schema. 
Credo che un giorno potremmo avere anche 2,5 10, infiniti altri primary a testa. l'unica cosa che ci frega è il limite spazio-tempo-pecunia, purtroppo! 

In linea generale lascio che siano gli altri a decidere il loro livello di coinvolgimento con me, anche se per me invece le relazioni sono vissute come delle progressioni che seguono tutte delle tappe fisse: frequento una persona, scopro se mi piace fisicamente o meno, introduco l' elemento "sesso" nel nostro rapporto, la frequento meglio, se ci sto bene insieme mi innamoro e la considero parte integrante della mia vita, la presento ad amici e parenti, cerco di renderla partecipe del mio vissuto e spero di invecchiarci insieme. 
Notare che non ho messo tra le tappe i classici "vivere insieme-avere figli-sposarsi-diventare mono-essere mantenuta da loro" e le altre cose che per la maggior parte delle donne costituisce un rapporto "serio". 
(anche se non ho mai capito questa definizione: per me tutti i rapporti sono seri, non è che sto con un* per scherzo!)

Posso capire se loro vogliono un ruolo più secondario, e li lascio liberi di decidere quanto aspettarsi dal nostro rapporto. L' unica cosa che considero veramente irrinunciabile è una buona comunicazione da parte loro di queste loro aspettative. 
Un possibile deal braker è la mancanza di onestà, verso di me o verso gli altri su di me. 
Ci tengo a essere al corrente di cosa hanno in mente, e a non essere il "piccolo sporco segreto" di nessuno.


D: quale componente reputate fondamentale per ampliare lo Sguardo (emotivo e psicologico) oltre il leggendario binomio d'amore?

Bea: ehm, boh? mi sembra una domanda troppo vasta per rispondere con un singolo elemento... Sicuramente comunicazione e apertura mentale. 
E una buona dose di intuito nel riconoscere io propri "simili": ho notato che in generale, se una persona non sapeva già dentro di sé di essere poly, si avvicina a questa realtà solo per soddisfare qualche curiosità sessuale, o la usa come pretesto per un po' di sesso di gruppo. 
Quindi penso sia fondamentale, in qualsiasi conversazione in ambito poly, cercare di capire se l'interlocutore stia effettivamente capendo il discorso o se sia solo condiscendente/arrapato.


D: è indispensabile che in una relazione poly tutti siano Bisex?

Bea: no, ma personalmente ho sempre notato che rapportarmi con uomini etero da donna bisessuale mi faceva sentire una sorta di vuoto, come se fossero in grado di capirmi solo per la metà che riguarda il "w la figa!".
Per questo ho provato quasi una sorta di orgoglio nell'aiutare moreno a scoprire la propria bisessualità! 
Non ho mai avuto partner lesbiche, quindi non so se mi sentirei così anche con loro.

Di certo una volta entrata in una triade in cui tutti vogliono bene a tutti, mi riesce difficile pensare di tornare alle relazioni a V che avevo prima: lo percepirei come uno "scendere di grado", anche se so che ogni relazione è bella di per sé stessa, e non posso certo aspettarmi che i miei due ometti piacciano a tutti quelli a cui piaccio io! 
Non so distinguere il mio disagio derivi dal clima di maschilismo-machismo e di omofobia piuttosto diffuso che si respira nella nostra società, o se sia solo un disagio dovuto al fatto che di primo impatto mi risulta molto difficile capire come un "monosessuale" (gay o etero che sia) possa sentire pulsioni sessuali per una persona discriminando in base a cosa questa ha nelle mutande. 
Anche se poi a una più attenta analisi ovviamente il discorso non è così semplice.

D: Daneel, qual'è il motivo per cui sei felice della presenza di un altro uomo? 

Kat: (pronostico su come risponderà: io dico "il pene!" a pari merito con "così mi aiuta a prendermi cura di Bea che è un lavoraccio!" :P) 



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