lunedì 8 novembre 2010

L' inverno è arrivato anche per noi - Part 1

L' arrivo dell' inverno ci è stato reso più freddo e difficile da due eventi particolarmente sfigati:

Leo è stato trovato positivo alla Felv, La leucemia virale felina.
Moreno ha perso il lavoro, e la cosa lo ha buttato molto giù.




Leo è sempre più acciaccato.
Fa tante fusa e mi fa il pane addosso, come se cercasse di aggrapparsi a me per sopravvivere. Credo che sappia di avere qualcosa che non va, e che cerchi conforto. Vederlo così è straziante.
Quando lo abbiamo portato dal veterinario per un controllo, credevamo che sarebbe bastato fargli una lastra alla schiena, una cura ricostituente, e tante, tante coccole perché si riprendesse, e invece tutto si è ribaltato in un paio di secondi.

La ragazza dell' ambulatorio lo ha guardato con un' espressione di sofferenza, lo ha tastato attentamente, constatando con preoccupazione la sua magrezza, gli ha controllato le labbra e le gengive: “sei un po' pallido, eh?” ha detto. Ci ha detto che era necessario fare il test per Fiv e Felv, e lo abbiamo tenuto fermo mentre gli rasava il pelo della zampetta e gli faceva il preliveo di sangue.
La scatolina del test non sembrava dare nessun segno, solo un debole puntino da un lato, che fino alla fine ho sperato non volesse dire niente. Forse sarà necessario ripetere il test, ci diceva. Poi , dopo aver fatto visitare Miki e Pino, entrambe belle e in salute, sono tornata un attimo a guardare la scatolina, ed un malefico pallino blu era apparso sotto la dicitura “Felv”. Merda!

La veterinaria ci ha congedati con aria mesta, consigliandoci di nutrirlo a omogeneizzati e di riportarlo a fare cicli di interferone, che pare sia l'unica cosa in grado rallentare la progressione di una malattia comunque degenerativa e letale.
Insomma, tutto quello che si può fare è rendergli piacevole il tempo che gli resta da vivere. O per lo meno non farlo soffrire troppo.

Un sacco di brutti pensieri mi sono frullati per la testa in questi giorni. Avrei voluto sfogarmi e scriverli qui, ma non volevo fare la ragazzina emo che cerca compassione e solidarietà sul web per i propri problemi.

La prospettiva di sopprimerlo è orribile, ma non sono in grado di determinare se la sua sofferenza sia peggiore della morte,e il rischio di contagio per gli altri gatti è molto alto.
Tutto perché, da brava cogliona, ho aspettato troppo a portarlo a fare la sua prima visita da quando sono qui: Per due mesi, tutti i gatti hanno mangiato nelle stesse ciotole, hanno avuto lettiere in comune, e condiviso le prede da fuori e i giacigli in cui dormire. Per non parlare del fatto che Leo adorasse stare fuori in terrazza al freddo, e potesse anche solo morire di raffreddore...

Mi sono sentita frustrata e impotente, incapace di guardare i miei stessi gatti. Mi sono arrabbiata pensando che non sapevo nemmeno che i gatti potessero impallidire, poi mi sono data della scama. Certo che impallidiscono, solo che hanno il pelo. E allora gli si guarda le zone senza pelo per notare il pallore, è così semplice! Perché non ci ho pensato anche io?
Ho provato l' impulso di incolpare qualcun altro e dargli addosso: mia madre e la veterinaria che lo ha visitato in Liguria, perché non han pensato di fargli il test?
No no, non serve incolpare gli altri. Tanto pochi mesi fa sarebbe risultato sicuramente negativo, essendo risultato debolmente positivo appena adesso.
E poi, a dirla tutta, l' unica su cui vorrei addossare tutte le colpe sono io: io ho lasciato tutti i miei gatti da mia nonna e non me ne sono più curata per un anno intero, e prima di questo, io ho irresponsabilmente lasciato che Pepe prima, e Amélie poi, rimanessero incinte, non avendo avuto poi cuore né di farle abortire, né di dar via tutti i gattini quando era il momento.

Ora non serve capire come e quando si è contagiato e per colpa di chi. Dobbiamo concentrarci sul come gestire la sistuazione:
Va curato con l' interferone, lo teniamo in quarantena in camera finché gli altri non saranno vaccinati. Ma anche dopo il vaccino, bisognerà tenere lettiere e ciotole separate.
Moreno ha avanzato la proposta di dare via qualcuno dei gatti sani, per ridurre il rischio di contagio.
La mia prima reazione è stata un pianto incontrollato: Darli via? E a chi? Sono certa che sarà difficile dar via i gatti adulti, e andrò in paranoia per paura che il nuovo padrone non sappia prendersene cura. E poi sono già stati esposti, dobbiamo prima capire chi è malato e chi no.
Sembra tutto così complicato... Che palle!

In questi giorni penseremo insieme a come risolvere il problema. Faremo il calcolo di quanto ci servirà per cure e vaccini, e cercheremo possibili nuovi padroni per i gatti sani.
Dovrò dare la notizia alla padrona di Lulù, spiegarle che c'é il rischio che la sua gatta si sia ammalata per colpa mia... Mi sento davvero un fallimento.
Avrei potuto evitare tutto questo? Avrei potuto gestire meglio la situazione?
So che non devo disperarmi, che non tutto è perduto e che ci saranno tempi migliori.
Ma è davvero difficile. In questo momento tutto quello che riesco a vedere sono le foglie morte che cadono dagli alberi, portate via da un vento gelido e indifferente che mi trafigge i polmoni.

Un lungo inverno è appena iniziato nelle nostre vite, e la temperatura è destinata a scendere ancora.
Passerà molto tempo prima di poter respirare di nuovo il tepore della primavera.

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